Non tutti sanno che la salute del cuore non è solo una questione di genetica, ma dipende molto anche da noi, dal nostro stile di vita e dalle nostre abitudini.
È una questione di sindrome metabolica.
Attualmente, le malattie metaboliche e gli eventi cardiovascolari connessi sono ai primi posti tra le cause di mortalità in Italia e nella maggior parte dei Paesi sviluppati.
Quando si parla di malattie metaboliche si fa particolare riferimento a:
- Diabete
- Ipertensione
- Dislipidemie (ovvero nell’alterazione della quantità di lipidi circolanti, nello specifico con valori di colesterolo LDL e trigliceridi aumentati)
- Sovrappeso
Anche se possono sembrare distinte perché molto diverse tra loro, sono tutte problematiche connesse l’una con l’altra e spesso, nello stesso soggetto, troviamo più di una tra queste condizioni associate.
Dal punto di vista medico, se sono presenti almeno tre di queste condizioni si parla di sindrome metabolica. Questa espressione indica un insieme di alterazioni presenti contemporaneamente in un individuo che determinano un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Queste alterazioni riguardano:
- Pressione sanguigna
- Glicemia
- Colesterolo
- Trigliceridi
- Circonferenza della vita (grasso addominale)
Sembra curioso come la semplice alterazione di alcuni valori possa essere così impattante sulla nostra salute. Eppure, è accertato che la contemporanea presenza di queste anomalie ci espone ad un rischio di sviluppare diabete o malattie cardiovascolari dalle tre alle cinque volte superiore rispetto ad una persona sana.
Ma è davvero un problema così diffuso?
La sindrome metabolica è una condizione ormai frequente in tutto il mondo. Tra il 17,8% e il 34,1% della popolazione italiana ha riscontrato tale condizione in particolare tra i 65 e i 74 anni. Con l’aumentare dell’età, infatti, il nostro organismo subisce dei cambiamenti importanti di tipo metabolico: cambia il modo di metabolizzare i farmaci, di eliminare le tossine e di creare energia dagli alimenti.
Quindi è importante adottare un corretto stile di vita e delle strategie di prevenzione fin da subito, ma è ancora più importante mantenere queste abitudini dai 50 anni in poi.
Il circolo vizioso dell’infiammazione silente
Entra poi in gioco un ulteriore fattore che accomuna tutti questi disturbi metabolici: l’infiammazione cronica silente.
Normalmente siamo abituati a sentir parlare di infiammazione acuta, quella che si manifesta in risposta ad un’infezione o quando c’è una ferita o un trauma. Può succedere però che ci sia una situazione in cui questo stato è più lieve: non si manifesta quindi con sintomi evidenti, ma permane nel tempo e rimane appunto “silente”.
Questo tipo di infiammazione è dannoso per la salute perché a sua volta innesca, seppur in modo lento e non visibile, delle alterazioni che portano allo sviluppo di condizioni e patologie croniche. Insomma, si crea un vero e proprio circolo vizioso!
Quali possono essere le cause?
Tra le cause dell’infiammazione cronica silente troviamo:
- un’alimentazione scorretta: ricca di zuccheri e carboidrati raffinati e sbilanciata nell’apporto di omega3/omega6;
- un elevato livello di stress con conseguenze sulla qualità della vita;
- sedentarietà, che non solo favorisce il sovrappeso ma è coinvolta anche nello sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari;
- il sovrappeso, in particolare quello a livello addominale, il più temibile per la salute del cuore!
Molte di queste cause sono alla base anche delle malattie metaboliche e su tutte possiamo intervenire attivamente, modificando così i fattori di rischio.
Fonte: www.farmaciaspecializzate.it