14 novembre GIORNATA MONDIALE DIABETE

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un’elevata glicemia cioè da una quantità di zucchero (glucosio) nel sangue superiore al normale. I valori di glicemia fino a 126mg/dl a digiuno sono considerati normali. Al di sopra si parla di iperglicemia.

L’iperglicemia danneggia il sistema vascolare in particolare le piccole e le grandi arterie e predispone a fenomeni di ischemia, infarto e ictus. Inoltre un diabete non curato può comportare problemi agli occhi fino alla cecità, neuropatie, nefropatie e problemi ai piedi.

Il numero della persone con il diabete è enorme: circa 200 milioni nel mondo e continua ad aumentare nei paesi industrializzati soprattutto a causa dello scarso esercizio fisico e della scorretta alimentazione. Sopra i 40 anni 1 persona su 5  ha il diabete!

Attenzione alla “pancetta”

E’ stato verificato che c’è una correlazione tra sovrappeso e diabete e le persone dotate di uno strato di grasso addominale (la “pancetta”) corrono maggiore rischio di ammalarsi.

Alcune forme di diabete sono ereditarie e anche lo stato di gravidanza può comportare il cosiddetto diabete gestazionale.

Tutti quindi periodicamente devono controllare i livelli di glucosio nel sangue.

Nella nostra farmacia in occasione della GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE prevista per il 14 NOVEMBRE 2011, si effettuerà, su prenotazione, la misurazione gratuita della glicemia.

 

Nuovi ticket: la quota ricetta

Dal 1 Ottobre in Basilicata sono entrati in vigore i nuovi ticket sulle ricette.

Come funziona?

Su ogni ricetta del servizio sanitario nazionale (quelle rosse) si paga una quota in funzione del reddito ISEE. Sono state individuate 3 fasce di reddito e ad ognuna è stato associato un codice di esenzione e una quota ricetta:

Codice Reddito ISEE Quota ricetta
ISA Fino a 14.000 euro 0
ISB Da 14.000 a 22.000 euro € 1.50
ISC Da 22.000 a 30.000 euro € 2.00

Chi ha un reddito ISEE superiore a 30.000 paga €2,50 e non deve richiedere nessun codice di esenzione!

Cosa deve fare il cittadino?

  1. Deve farsi calcolare il reddito ISEE.
  2. Solo se il reddito è inferiore a €30.000 deve andare alla ASL e compilare un modulo specifico: gli verrà rilasciato un certificato contenente il codice di esenzione corrispondente al reddito: ISA, ISB o ISC.
  3. Tale foglio deve essere consegnato al medico di famiglia che apporrà il codice sulla ricetta.

In farmacia che succede?

Per ogni ricetta con codice ISC si pagano  €2.00

Per ogni ricetta con codice ISB si pagano €1.50

Per ogni ricetta con codice ISA non si paga nessuna quota

Per ogni ricetta su cui non c’è nessun codice si pagano €2.50

 

ATTENZIONE! I VECCHI TICKET DI DIFFERENZA SUL GENERICO  NON SONO STATI ABOLITI!

Se sul farmaco prescritto si paga il ticket perchè è presente in commercio il corrispondente generico senza ticket e il cittadino preferisce il farmaco “di marca”, tale somma si aggiungerà alla quota ricetta e verrà pagata anche da chi ha il codice di esenzione ISA. Per maggiori informazioni sul generico clicca qui

Inoltre rimangono ESENTI dalla quota ricetta indipendentemente dal reddito, a patto che sulla ricetta sia presente il corrispondente codice di esenzione,:

  • gli assistiti affetti da patologia cronica e invalidante individuate dai Decreti del Ministero della Sanità 329/1999 e 296/2001 e i pazienti affetti da malattie rare individuate dal Decreto del Ministero della Sanità 279/2001 per i farmaci correlati alla patologia di esenzione;
  • gli invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia;
  • gli invalidi per servizio;
  • i grandi invalidi per lavoro;
  • gli invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa >2/3 – dal 67% al 100% di invalidità (ex art. 6 comma 1 lett.d del DM 01.02.1991);
  • gli invalidi civili minori di 18 anni con indennità di frequenza ex art. 1 L. n. 289/90 (ex art. 5 comma 6 del D.Lgs. 124/1998);
  • i danneggiati da vaccinazione obbligatoria, trasfusioni, somministrazione di emoderivati, limitatamente alle prestazioni necessarie per la cura delle patologie previste dalla legge 210/1992;
  • le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e familiari;
  • i ciechi e i sordomuti;
  • le esenti per stato di gravidanza (ex DM del 10/09/1998);
  • gli ex deportati da campi di sterminio titolari di pensione vitalizia;
  • gli infortunati sul lavoro per il periodo dell’infortunio o per le patologie direttamente connesse purchè indicato sulla ricetta.

 

FINO AL 30 NOVEMBRE i cittadini, dopo aver verificato quale sia il proprio reddito ISEE, possono autocertificare la propria fascia di reddito:

Dovranno apporre il codice di esenzione corrispondente alla propria fascia e firmare nelle apposite caselle sulla ricetta come indicato nell’esempio qui sotto:

 

 

La vitamina B3 o PP

 

La vitamina B3 è anche conosciuta come v itamina PP e niacina. Con tali termini vengono indicati l’acido nicotinico e la nicotinammide, due sostanze indispensabili perchè contribuiscono alla sintesi di due molecole senza le quali non potrebbero avvenire numerosissime reazioni nel nostro organismo:  il NADP e il NAD.

In quali alimenti si trova

La vitamina B3 si trova negli alimenti di origine animale soprattutto carne e pesce. Inoltre è presente in lievito, legumi e frutta oleosa come nocciole, noci, arachidi.

La niacina si trova anche nei cereali ma in una forma non disponibile per l’assorbimento intestinale. Tuttavia alcune tecniche di cucina sono in grado di liberare la vitamina. Ad esempio il lavaggio del mais con acqua di calce che viene effettuato in America centrale.

Sintomi da carenza

La carenza di vitamina PP è un evento molto raro perchè essa è presente in numerosi alimenti e perchè è sintetizzata anche dal nostro organismo a partire dall’aminoacido triptofano. Quindi con una normale dieta se ne assumono quantità sufficienti. La carenza di vitamina B3 si instaura quando coesistono una dieta povera di proteine e cereali preparati in modo da mantenere la forma NON assimilabile di niacina.

La carenza di questa sostanza causa una malattia conosciuta come pellagra. Da qui il nome di vitamina PP cioè Pellagra Preventing (che previene la pellagra). La pellagra è conosciuta come la malattia delle 3 D: Dermatite, Demenza e Diarrea poichè questi sono i sintomi che la contraddistinguono.

Le manifestazioni cutanee consistono in un arrossamento delle superfici esposte al sole, lingua dal colorito rosso e vivo.

I sintomi gastrointestinali comprendono vomito e diarrea.

I sintomi neurologici comportano danno mentale con depressione, insonnia, ansietà e disorientamento.

Storia

La pellagra è una malattia che venne scoperta nel 1735 dal medico spagnolo Casals ed era diffusa nei secoli passati nelle popolazioni la cui dieta si basava prevalentemente sul mais come ad esempio i padani che mangiavano soprattutto polenta. Come già detto, infatti, nei cereali la vitamina B3 è presente in una forma non assimilabile.

Per cui fino all’inizio del secolo questa patologia colpiva milioni di persone ogni anno.

Negli anni ’20 il medico statunitense Goldberg dimostrò che la malattia era di origine alimentare e non infettiva e solo nel 1937 si dimostrò che la sostanza la cui carenza causava i sintomi di pellagra era l’acido nicotinico. Poi nel 1945 si notò che anche il triptofano era in grado di prevenire la patologia:  infatti dal triptofano il nostro organismo sintetizza l’acido nicotinico.

Tossicità

L’ipervitaminosi B3 è davvero rara. Tuttavia gli eventuali sintomi sono arrossamenti cutanei, nausea, vomito, disturbi gastrici, iperglicemia e iperuricemia.

 

la vitamina B2 o riboflavina

 

La riboflavina o vitamina B2,  concorre ai processi che generano energia.

Inoltre è indispensabile per il metabolismo di numerosi alimenti co me zuccheri, grassi e aminoacidi rendendo possibili molte delle reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo.

Come per la vitamina B1 la quantità di riboflavina da assumere dipende da quante calorie si introducono con una quantità minima si 1,2 mg al giorno.

Storia

La vitamina B2 fu isolata nel 1933,osservando che era in grado di curare la dermatite di cui i ratti si ammalavano in seguito a malnutrizione.

Dove si trova?

La riboflavina è la vitamina più diffusa poichè è presente in numerosi alimenti sia di origine vegetale che animale. Ne contengono notevoli quantità uova, lievito di birra, latte, fegato, rene, cuore e vegetali a foglia verde.

Sintomi da carenza

Per la sua abbondanza e ampia diffusione in natura è difficile che si sviluppino sintomi da carenza.

La mancanza di vitamina B2 è spesso collegata quindi a seri problemi di malnutrizione e perciò è associata alla carenza di tutti gli altri nutrienti, comportando alterazioni cutanee (dermatite seborroica) arresto della crescita nei bambini, stomatite angolare (ragadi agli angoli della bocca) e danni all’occhio.

Tossicità

Assente

 

 

La vitamina B1 o tiamina

La vitamina B1 o tiamina è una vitamina energetica!!!

Essa infatti è indispensabile per il  metabolismo dei carboidrati, dai quali si genera energia. Per questo motivo la quantità di vitamina B1 da assumere dipende da qua nte calorie introduciamo. In generale se ne consigliano 0.4 mg ogni 1000 Kcal assunte, con un minimo di 0.8 mg al giorno per diete inferiori alle 2000 Kcal.

In quali alimenti la troviamo?

Germe dei cereali, lievito, tuorlo d’uovo, carne di maiale, latte e legumi.

Sintomi da carenza

 

La malattia da carenza di vitamina B1 è il beri-beri. Esiste il beri-beri “secco” e  il beri-beri “umido”.

Il beri-beri secco provoca problemi neurologici con perdita della sensibilità, paralisi

La variante umida provoca scompenso cardiaco ed edemi.

STORIA

Il medico giapponese Takaki, ammiraglio della marina imperiale  nel 1884, scoprì che il beri-beri, malattia che aveva colpito ben 169 componenti del suo equipaggio, era causato dal fatto che i marinai si cibavano prevalentemente di riso brillato. Il processo di brillatura del riso fa perdere al cereale il germe che contiene per l’appunto la vitamina B1. Bastò infatti sostituire la dieta dell’equipaggio con cibi più ricchi di tiamina per debellare completamente la malattia.

Il medico tuttavia non individuò qual era la sostanza la cui mancanza causava la malattia: la vitamina B1 fu infatti isolata solo nel 1911 ad opera del chimico Casimir F
unk.

Tossicità

Completamente assente.

 

I raggi solari…il decalogo

Il sole emette un gran numero di radiazioni di diversa natura (radiazioni visibili, infrarosse, ultraviolette) di cui quelle che causano i maggiori danni alla nostra pelle sono i raggi UVA e UVB.

L’atmosfera, cioè l’insieme dei gas che avvolge la terra, funziona da filtro per cui una parte delle radiazioni viene schermata da tale struttura.  Quando andiamo in montagna i raggi solari sono più pericolosi per 2 motivi:

  1. perchè, essendo più in alto, i raggi devono attraversare uno strato di atmosfera più piccolo e quindi sono meno schermati.
  2. perchè anche senza esposizione diretta al sole  le radiazioni riescono a raggiungere la nostra pelle riflettendo sul terreno e la neve ha una capacità di riflettere i raggi solari molto alta…rimandando sulla nostra pelle fino all’80% delle radiazioni!

Quali sono i danni da UVA e UVB?

I raggi UVB sono quelli responsabili delle scottature e dell’eritema solare. Possiedono un’energia superiore agli UVA ma raggiungono la terra in quantità inferiore oltre ad avere una capacità di penetrare negli strati più profondi della pelle molto minore…ne consegue che il vero pericolo sono i raggi UVA.

I raggi UVA infatti provocano danni gravi e irreversibili a livello delle fibre di collagene ed elastina (i costituenti della pelle che sostengono e conferiscono elasticità ai tessuti), determinando il fenomeno dell’invecchiamento precoce o photoaging! I danni da UVA quindi non si vedono subito ma col tempo! Basta osservare la cute delle persone che si espongono a lungo al sole come pescatori, maestri di sci o fanatici delle lampade abbronzanti..hanno la pelle arida, priva di elasticità, con rughe profonde, spesso macchie e dilatazioni capillari con arrossamenti (couperose).

Inoltre i raggi UVA determinano una riduzione dell’attività immunologica della pelle cioè una minore resistenza alle infezioni oltre ai danni al materiale genetico che causano lesioni di tipo canceroso.

Ecco il decalogo:

  1. evitare l’esposizione nelle ore più calde ed in generale la permanenza eccessiva al sole: anche chi è scuro rischia infatti scottature, eritemi e insolazioni con comparsa non poco frequente di mal di testa, debolezza, febbre e gonfiori soprattutto in viso
  2. utilizzare il giusto fattore di protezione in base al proprio tipo di pelle ponendo maggiore attenzione per bambini, anziani e donne in gravidanza
  3. proteggersi anche all’ombra! come detto prima i raggi ci colpiscono riflettendo sul terreno e la sabbia, l’acqua o l’asfalto sono ottimi riflettenti
  4. riapplicare la crema protettiva ogni 2 ore massimo e sempre dopo aver fatto il bagno anche se la crema è resistente all’acqua
  5. continuare a proteggersi anche dopo che ci si è abbronzati soprattutto per proteggersi dai danni da UVA
  6. non applicare profumi prima dell’esposizione perchè essi a contatto con i raggi solari possono provocare eritemi e conseguentemente macchie scure
  7. Attenzione ai farmaci: chiedere consiglio al medico o al farmacista o leggere il foglietto illustrativo per sapere se i farmaci che assumiamo aumentano la sensibilità della cute al sole come è il caso di alcuni antibiotici e antiinfiammatori. In particolare attenzione all’uso di pomate antidolorifiche  a base di ketoprofene che provocano danni anche dopo parecchi giorni dall’applicazione e a farmaci anticoncezionali e ormoni di gravidanza che aumentano la possibilità di formazione di macchie cutanee.
  8. Applicare schermi a protezione totale sulle zone arrossate o con teleangectasie o couperose perchè il sole induce ulteriore vasodilatazione dei capillari con peggioramento della patologia.
  9. proteggere, meglio se con schermi fisici, i nei che sono risultati anomali a valutazioni dermatologiche.
  10. Applicare sempre le creme doposole poichè il sole provoca una forte disidratazione della pelle. Meglio se nel doposole sono presenti sostanze calmanti come l’azulene (un derivato della camomilla) e antiossidanti come ginkgo biloba o vitamina E.

il rosmarino

Il Rosmarino appartiene alla famiglia delle Labiatae e la parte della pianta che viene comunemente utilizzata, ovvero la droga, sono le foglie.

Storia

Migliaia di anni fa, quando non c’erano frigoriferi, i popoli antichi usavano conservare la carne avvolgendola in un trito di foglie di rosmarino. Questa pratica, oltre a conferire un ottimo aroma alla carne, fungeva anche da validissimo conservante. La capacità di conservare la carne fece pensare al popolo greco che fosse in grado anche di conservare la memoria per cui gli studenti greci si adornavano di ghirlande di rosmarino credendo di potenziare la capacità di ricordare le nozioni scolastiche. Sempre in tempi antichi l’erba veniva impiegata nelle cerimonie nuziali come simbolo di fedeltà e in quelle funebri per rendere più vivo il ricordo del defunto tra i vivi. In Amleto, Ofelia ne porge un ramoscello ad Amleto ….”per la rimembranza”.

Nel 1235 la regina Elisabetta d’Ungheria fu colpita da paralisi e si narra che un eremita la guarì spalmandole sugli arti infermi un maceratodi rosmarino in alcool..tanto che tale rimedio venne poi definito ACQUA DELLA REGINA D’UNGHERIA.

In tempi più recenti, durante la seconda guerra mondiale, le infermiere bruciavano miscele di rosmarino e bacche di ginepro nelle stanze d’ospedale per disinfettarle.

Ma quali sono quindi le azioni del rosmarino?

Seri dubbi sulle sue capacità di conservare la memoria o di mantenere la fedeltà coniugale…però ci sono molte azioni scientificamente dimostrate:

PREVENZIONE DELLE INTOSSICAZIONI ALIMENTARI

Il rosmarino è ricco di potenti antiossidanti, il butilidrossitoluene (BHT) e il butilidrossianisolo  (BHA), che sono in grado di impedire l’irrancidimento dei grassi della carne.

PROPRIETA’ DIGESTIVE  E CONTRO I DISTURBI FEMMINILI

Contiene sostanze in grado di rilassare la muscolatura liscia dell’apparato digerente e dell’utero. Per tale scopo è un ottimo antispasmodico utilizzabile come digestivo e contro i dolori mestruali. Alcuni ricercatori italiani tuttavia hanno scoperto che nelle donne il rosmarino potrebbe avere azioni contratturanti sull ‘utero invece che rilassanti e quindi i rimedi a base di rosmarino (e non l’erba fresca) sono controindicati in gravidanza.

PROPRIETA’ DECONGESTIONANTI

Il rosmarino è in grado di alleviare congestione nasale e pettorale in caso di raffreddore o allergia.

PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

Contiene sostanze in grado di contrastare funghi e batteri, causa di infezione oltre che di decomposizione degli alimenti.

 

Come preparo in casa un rimedio a base di rosmarino??

Si pone 1 cucchiaio da tè di erba sminuzzata in una tazza di acqua bollente e si lascia in infusione 10-15 minuti . dopo aver filtrato il tutto se ne possono bere fino a 3 tazze al giorno per digerire o per liberare il naso chius.

Altri rimedi

Esistono in commercio tinture di rosmarino (cioè preparati a base di alcool) e l’olio essenziale. Di tintura se ne assumono 1/4 o 1/2 cucchiaino da tè 3 volte al giorno. L’olio essenziale invece si assume puro o diluito in alcool.

 

 

 

 

Il basilico contro acne e disturbi intestinali

Il basilico è un’erba apprezzata da migliaia di anni sia in cucina che in medicina naturale.

Per gli antichi Greci e Romani l’erba era simbolo di ostilità e stoltezza tanto che essi credevano che per coltivare un basilico molto aromatico fosse necessario imprecare e strepitare con ira durante la semina. Ancora oggi infatti in francese “semer le basilic” (seminare il basilico) vuol dire declamare.

Nei secoli più recenti un vaso di basilico sul balcone di una donna italiana era il segnale di una sua disponibilità nell’accogliere l’innamorato e poi lo scambio di ramoscelli di basilico in una coppia una dimostrazione di fedeltà.

In India il basilico è addirittura onorato come erba sacra che protegge nella vita e anche nella morte mentre gli Haitiani lo usano per allontanare gli spiriti maligni e promuvere la prosperità.

Gli effetti del basilico come “medicina” sono stati a lungo discussi e ad oggi si ritiene che il basilico abbia 3 azioni principali:

  • Uccide i parassiti intestinali

L’olio essenziale di basilico uccide i parassiti intestinali. Esso infatti era usato in Malesia per trattare i problemi intestinali.

  • Agisce contro l’acne

Per alcuni ricercatori indiani l’ olio essenziale di basilico  applicato sulla pelle ha la capacità di uccidere i batteri e quindi trattare l’acne.

  • Stimola il sistema immunitario

Sembra che il basilico sia in grado di aumentare la produzione di anticorpi e proteine che servono per combattere le infezioni. Quest’ultima azione potrebbe essere collegata con le due precedenti.

Inoltre il basilico è ricco di vitamine A e C, potenti antiossidanti.

Prepariamo l’infuso in casa

L’olio essenziale di basilico è sicuramente il rimedio in cui c’è maggiore quantità di sostanze attive e quindi quello che dovrebbe essere preferito ma è ottenuto con metodi piuttosto difficili da riprodurre in casa. Tuttavia è possibile preparare facilmente l’infuso di basilico usando 2-3 cucchiaini da tè di foglie secche in una tazza di acqua bollente.  Si lascia in infusione per 10-20 minuti.

L’infuso può essere bevuto e se ne possono bere fino a 3 tazze al giorno oppure si può usare imbevendo un batuffolo di cotone e applicandolo sulla pelle ben pulita contro l’acne.

 

Quei marinai scorbutici!!!!

Fino a pochi secoli fa bellissimi velieri solcavano gli oceani sulle rotte del Nuovo Mondo. Dopo giorni di dieta a base di gallette e carne in salamoia, senza la possibilità di mangiare cibi freschi e e vegetali, i membri dell’equipaggio diventavano davvero scorbutici! Stavano sempre a lamentarsi di continui dolori dappertutto, erano irritabili e preferivano starsene per conto loro! Erano solo la lontananza da casa, la nostalgia per le famiglie e le fatiche del viaggio a ridurli così? Decisamente no!

La mancanza di frutta fresca e verdure faceva mancare loro un’importantissima sostanza: LA VITAMINA C.

I marinai erano dunque affetti da una malattia che viene chiamata SCORBUTO e che è proprio dovuta alla carenza di vitamina C.

Essa è caratterizzata da emorragie gengivali e sottoungueali, apatia, irritabilità, debolezza, perdita di peso, secchezza della bocca e degli occhi, dolori muscolari e articolari e può portare anche a morte.

E di 160 uomini di equipaggio che, nel 1498,  parteciparono alla spedizione di Vasco de Gama al Capo di Buona Speranza, ben 100 ne ne morirono “scorbutici”.

Più tardi, nel 1601, Sir Lancaster fece introdurre il succo di limone nella razione dei marinai della Compagnia delle Indie, debellando la malattia. Egli però non sapeva cosa c’era nel succo di limone che proteggeva l’equipaggio e tale sostanza “anti-scorbutica” venne scoperta solo nel 1928 ad opera dell svizzero Albert Szent-Gyorgyi.

LA VITAMINA C o ACIDO ASCORBICO o ACIDO DEIDROASCORBICO

Funzioni:

  • è indispensabile per la formazione del collageno, la proteina che fa parte dei nostri tessuti (la pelle ad esempio) e che ha una importante funzione di sostegno meccanico.
  • facilità l’assorbimento del ferro nell’intestino.
  • ha un’attività antiossidante e detossificante.
  • può contribuire a ridurre i sintomi del raffreddore

Alimenti in cui si trova:

agrumi, kiwi, ribes, pomodori, peperoni, ortaggi a foglia verde

Spesso è presente in alimenti preconfezionati come succhi di frutta o marmellate per la sua azione antiossidante

Chi deve assumerla:

Le donne in gravidanza o in allattamento, i fumatori (sembra infatti che la nicotina si leghi alla vitamina C favorendone l’eliminazione tramite le urine), persone stressate in genere. come già detto può essere utile come forte antiossidante per patologie tumorali e come sintomatico per il raffreddore.

Tossicità

L’introduzione di dosi di vitamina C molto superiori a quelle raccomandate NON produce effetti acuti clamorosi se non rari disturbi gastrici e intestinali.

Controindicazioni

Per la sua capacità di aumentare l’assorbimento del ferro va evitata l’assunzione di vitamina C in dosi elevate a chi ha patologie che determinano eccessive quantità di ferro nel sangue come nella talassemia o l’emocromatosi.


 

 

 

 

proteggiti dai danni del sole!

Con l’arrivo delle belle giornate e del sole caldo dell’estate ci precipitiamo tutti sulle spiagge o in piscina e troppo spesso senza il dovuto equipaggiamento. Si torna quindi a casa con la pelle bruciata o con eritemi solari. E si corre in farmacia a cercare rimedio!

Ma il miglior rimedio è la protezione!!!! Quindi si deve usare tanta crema protettiva ed evitare di esporsi al sole nelle ore più calde.

Le persone con la pelle chiara e più in generale i bambini devono stare più attenti e utilizzare le creme ad alta protezione applicate molto spesso (ogni 2 ore almeno) ma anche chi ha la pelle scura e si abbronza facilmente deve proteggersi,  poichè, soprattutto i primi giorni, ci si può scottare e rischiare eritemi.

Anche dopo che ci si è abbronzati applicare la crema protettiva (magari con un fattore di protezione più basso) e dopo-sole contribuisce ad evitare i danni provocati dal sole come macchie solari e tumori dermatologici oltre a rendere la pelle più luminosa, morbida ed elastica e prolungare l’abbronzatura.

Bisogna anche considerare che il sole colpisce anche se non si è al mare o in piscina! Per cui se si va in gita o si lavora al sole diretto (ad esempio in campagna o in cantieri edili) bisogna proteggere la pelle con creme solari o utilizzare una maglietta e il cappello!

Le creme protettive contengono i cosiddetti  filtri chimici cioè sostanze chimiche in grado di catturare l’energia dei raggi solari evitando il danno alle cellule della pelle.

Si distinguono sono in base al tipo di protezione in creme a protezione:

  • molto alta corrispondente al numero 50+
  • alta corrispondente al numero  30
  • media corrispondente al numero 20 o 15
  • bassa corrispondente al numero 10 o 6

Non esiste la protezione totale! E anche la protezione molto alta e resistente all’acqua va applicata più volte: dopo un certo tempo il sole inattiva il filtro. Inoltre se si fa il bagno la crema viene in parte lavata via dall’acqua e per chi sta al sole per azione del sudore, soprattutto sul viso, dove la pelle è più sensibile.

Esistono tuttavia i cosiddetti schermi fisici che proteggono maggiormente formando una vera e propria barriera sulla pelle: I filtri fisici sono sostanze “bianche” (applicati sulla pelle la rendono bianca)che non vengono assorbiti ma riflessi sulla superficie cutanea. Non sono comunque infallibili e vanno riapplicati durante l’esposizione, al pari dei normali filtri chimici.