da supervitamine a ipervitamine

 

Una direttiva della Comunità Economia Europea stabilisce la dose giornaliera di vitamina che dovrebbe essere assunta, detta RDA (Recommended

Daily Allowances= dose giornaliera raccomandata)

Su tutte le confezioni di integratori multivitaminici ritroviamo la tabella con i contenuti di vitamine e la rispettiva RDA.

A volte al posto del valore RDA possiamo trovare

indicati i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti). Tali valori sono fissati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana specificatamente per la popolazione italiana.

Allo stesso modo c’è sempre scritto: non superare la dose giornaliera raccomandata…ma quindi LE VITAMINE FANNO MALE?? CHE SUCCEDE SE SUPERO LA RDA??????

In realtà non succede nulla. Perchè si possano avere effetti tossici è necessario assumere una quantità di vitamine veramente grande, in pratica bisognerebbe ingoiare contemporaneamente 100 compresse o più!

Siamo assolutamente al SICURO se ci atteniamo alle dosi indicate e anche se, per errore, ingoiamo 2 o 3 volte nello stesso giorno la compressa di vitamine, non succede

nulla.

Le intossicazioni da vitamine sono dette IPERVITAMINOSI.

Ipervitaminosi A

Un eccesso di vitamina A può manifestarsi se si ingerisce una quantità di vitamina molto grande in un’unica volta (circa 200 volte la quantità raccomandata) e si possono avere mal di testa, nausea, vomito, incapacità di coordinazione dei movimenti. I sintomi in genere scompaiono spontaneamente nel giro di pochi giorni.

Tutti gli effetti sopra elencati possono aumentare se si assume alcool.

Ipervitaminosi D

l’intossicazione da vitamina D è molto rara perchè davvero difficilmente si possono assumere quantità tali da avere effetti collaterali, mentre molto più gravi possono essere

i sintomi da carenza. L’ eccesso di vitamina D provoca: nausea, vomito, diarrea mal di testa, deposizione di calcio in tessuti diversi dalle ossa.

Ipervitaminosi E

L’eccesso di vitamina E provoca una diminuzione della capacità di coagulazione del sangue. Inoltre potrebbe aumentare l’attività del sistema immunitario, effetto che può considerarsi positivo in molti casi.

Ipervitaminosi K

Gli effetti tossici della vitamina K sono praticamente assenti.

 

 

 

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Idroplurivit multiaction è un integratore alimentare multivitaminico multiminerale studiato per rispondere specificatamente alle esigenze nutrizionali dei ragazzi di età compresa tra 11 e 14 anni!!!

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Difendi la tua difesa

Gli antibiotici sono farmaci che servono a sconfiggere i batteri, organismi che causano molte malattie, alcune anche gravi. Non sempre tuttavia è necessario utilizzarli perchè molto spesso i sintomi come febbre, mal di gola o raffreddore sono causati da virus e non da batteri.

In quest’ultimo caso non devono assolutamente essere usati gli antibiotici per due motivi:

  1. perchè sono inutili: sui virus non hanno nessun effetto mentre causano uno stato di debolezza nella persona. In questo caso è sufficiente usare farmaci sintomatici come antipiretici (paracetamolo) o antinfiammatori ( ad es. acido acetilsalicilico, flurbiprofene, ibuprofene)
  2. perchè si genera l’antibiotico-resistenza: i batteri sviluppano dei sistemi di difesa contro gli antibiotici per cui tali farmaci non sono più in grado di sconfiggerli!

L’antibiotico-resistenza è un fenomeno che si instaura anche quando non si rispettano i giusti tempi e le giuste dosi di somministrazione: tutti gli antibiotici infatti devono essere presi a determinati intervalli e per il numero di giorni necessario. MAI sospendere la terapia o diminuire o aumentare la dose a proprio piacimento!!!!

Gli antibiotici devono quindi essere SEMPRE prescritti dal medico che valuta di caso in caso se è necessario utilizzarli e in che modo!

In Italia il consumo di antibiotici è uno dei più elevati di Europa l’uso scorretto rischia di farci perdere un’arma preziosa per difenderci dalle infezioni.

Per maggiori informazioni:

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le vitamine liposolubili

 

Le vitamine liposolubili sono quelle che si sciolgono nei grassi.

Per questa ragione, gli integratori a base di vitamine liposolubili andrebbero assunti durante o dopo il pasto perchè la presenza dei lipidi contenuti nei cibi ne facilita l’assorbimento.

Per lo stesso motivo sono le vitamine più tossiche perchè sono in grado di depositarsi nel nostro tessuto adiposo e accumularsi. Tuttavia è piuttosto raro che ciò avvenga in quanto la quantità di queste vitamine negli integratori non è così elevata da generare fenomeni di accumulo.

 

La vitamina A o Retinolo

Funzioni: protegge dai tumori, difende dalle infezioni, rinforza le ossa, i denti, la pelle e le mucose ed è indispensabile per la visione notturna.

Cibi che la contengono: ne è ricchissimo l’olio di fegato di merluzzo ( in generale degli animali marini) ma è presente anche in fegato di vitello e manzo, peperoncino piccante, carote, cavolo, spinaci, prezzemolo, zucca, melone, albicocche, germe di grano, germogli di soia, tuorlo d’uovo.

Sintomi da carenza: incapacità di vedere di notte, diminuzione della secrezione lacrimale (occhio secco) fragilità di denti e mucose, pelle invecchiata.

La vitamina A fu la prima ad essere scoperta. Già in un antico papiro egizio, risalente al 1520 a.C., viene descritto come la cecità notturna venisse curata con l’applicazione di fegato di bovino cotto, spremuto sugli occhi del malato. Il fegato infatti è un organo in cui tale vitamina si accumula anche in grosse quantità.

La vitamina D o colecalciferolo o ergocalciferolo

Funzioni: fa assorbire calcio e fosforo e quindi fortifica le ossa e i denti e stimola l’accrescimento.

Cibi che la contengono: alcuni pesci quali aringhe, salmone, sardine e tonno, ne sono particolarmente ricchi ma è presente anche in vitello,  funghi (soprattutto porcini), merluzzo, uovo, formaggi.

Sintomi da carenza: fragilità ossea con rachitismo nei bambini e osteoporosi negli anziani, spasmi ai muscoli.

Attenzione! Questa vitamina in parte è prodotta, in forma inattiva, anche dal corpo umano. Sono sufficienti pochi minuti di esposizione solare per attivarla.

La scoperta della vitamina D e della sua importanza è avvenuta in tempi recenti: nel 1827 un medico francese iniziò a trattare i bambini rachitici con olio di fegato di merluzzo e nel 1890 un suo collega inglese ipotizzò che tale malattia venisse causata dalla scarsa esposizione solare delle regioni del Nord-Europa, dopo aver osservato che le mummie egizie erano esenti da malattia.

La vitamina E o tocoferolo

Funzioni: Contrasta i fenomeni di invecchiamento e protegge dai tumori. Contrasta le disfunzioni muscolari e del sistema nervoso, l’anemia e la sterilità.

Cibi che la contengono: nocciole, semi di girasole, soia, cereali integrali, noci, arachidi, olio di semi di girasole e mais, verza, asparagi, uova, cavolo, frutti di bosco, spinaci, pomodori.

Sintomi da carenza: anemia, nervosismo e incapacità di concentrazione, invecchiamento.

L’esistenza della vitamina E venne scoperta nel 1922 da un ricercatore californiano che osservo che una sostanza solubile nei grassi era in grado di prevenire l’aborto negli animali.

La vitamina K o fitomenadione

Funzioni: stimola la coagulazione del sangue e lo sviluppo delle ossa

Cibi che la contengono: verza, cime di rapa, spinaci, pollo, finocchi, ceci, insalata, broccoli, lenticchie, kiwi, latticini, uova e yogurt.

Sintomi da carenza (molto rari): emorragie, difetti dell’accrescimento nei bambini.

La vitamina K fu scoperta da un ricercatore danese nel 1929. Egli osservò che polli tenuti a dieta priva di grassi presentavano emorragie diffuse dovute all’assenza di un fattore importante della coagulazione del sangue, la protrombina, che viene sintetizzato solo in presenza di vitamina K. La sostanza venne isolata poco più tardi, nel 1939 e la protrombina non è l’unico fattore della coagulazione la cui sintesi dipende dalla vitamina K.

I neonati possono andare incontro con una certa facilità al deficit di vitamina K perchè non possono assumerla nè attraverso la placenta della madre (la vitamina non è in grado di attraversarla) nè attraverso il latte materno ( in cui è assente). Inoltre il fegato del neonato è immaturo e non è in grado di produrre una quantità sufficiente di fattori della coagulazione col rischio di emorragie diffuse.

 

 

Vitamine, supereroi!

Le vitamine sono sostanze indispensabili per la salute del nostro organismo in quanto aiutano a trasformare in energia il cibo, a difendere l’organismo dalle infezioni e dai fenomeni di invecchiamento e sono anche in grado di neutralizzare alcune sostanze tossiche. Ad esempio alcune vitamine rendono innocui i radicali liberi, responsabili di numerossissime patologie tra cui i tumori.

Sono come tanti supereroi che aiutano continuamente le cellule del nostro corpo.

Per questo motivo la mancanza anche di una sola vitamina è sufficiente a mandare in panne tutto l’organismo!

 

Il nostro corpo non è in grado di produrre da solo la maggior parte delle vitamine. E’ quindi necessario introdurle con il cibo.

Le vitamine devono essere “mangiate” e non “ingoiate”. Vanno cioè assunte con quello che si mangia e non sotto forma di pillole!! Se si ha un’alimentazione poco equilibrata e/o poco varia allora può essere utile assumere un integratore di vitamine! Anche troppe vitamine infatti possono far male!

In alcuni casi, tuttavia, nonostante una corretta alimentazione, è necessario aumentarne l’introito: è il caso di donne in gravidanza, mamme in allattamento, sportivi, fumatori, alcoolisti, vegetariani, pazienti che assumono alcuni tipi di farmaci o con patologie che compromettono l’assorbimento dei nutrienti.

Le vitamine si dividono in due gruppi a seconda della loro capacità di sciogliersi nei grassi o nell’acqua:

  1. vitamine liposolubili (solubili nei lipidi)
  2. vitamine idrosolubili (solubili in acqua)

 

perchè si paga il ticket sul farmaco?

Proprio perchè si è certi che il farmaco equivalente è sicuro, efficace e di qualità al pari di quello di marca, il Sistema Sanitario Nazionale rimborsa alle farmacie solo il costo del farmaco generico. Se quello “griffato” costa di più e il cittadino non vuole sostituirlo deve corrispondere la differenza di prezzo sotto forma di ticket.

Poichè in Europa il prezzo medio del farmaco equivalente è inferiore al quello italiano, dal 15 aprile 2011 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ente deputato a controllare l’immissione in commercio dei farmaci, ha stabilito di rimborsare alle farmacie il prezzo medio europeo e non più l’effettivo costo del medicinale. E ancora una volta la differenza tra il prezzo di rimborso e quello del farmaco la paga il cittadino. Ne consegue che sul farmaco di marca si paga un ticket più alto e soprattutto che anche su molti equivalenti si paga il ticket.

Devo sottolineare che questo non lo ha deciso nè il farmacista nè il medico.  Si tratta infatti di un’ulteriore manovra di risparmio dello Stato a carico del cittadino.

Di positivo c’è da dire che tutte le case farmaceutiche, sia di farmaci “griffati” che di equivalenti, stanno provvedendo a diminuire il prezzo dei farmaci. Si spera quindi che presto la situazione torni alla normalità.

 

che vuol dire farmaco generico?

La scoperta di nuovi farmaci è un evento piuttosto raro e avviene grazie all’investimento economico che alcune aziende farmaceutiche effettuano nella ricerca.

Nel momento della scoperta del farmaco l’azienda ne richiede il brevetto che consiste nel diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di commercializzarlo.

Da questo momento in poi comincia la sperimentazione che servirà per valutare l’efficacia del nuovo principio attivo nonché eventuali effetti collaterali e controindicazioni. Tale periodo dura circa 10 anni.

Solo successivamente l’azienda potrà commercializzare il farmaco con un nome di fantasia e mediamente ne manterrà l’esclusiva per ulteriori 8-10 anni.

Alla scadenza del brevetto anche altre industrie possono iniziare a produrlo. Nasce così il farmaco generico o equivalente.

Le aziende produttrici del farmaco equivalente devono rispettare le seguenti regole:

Il nome del farmaco è quello del principio attivo seguito da quello dell’azienda produttrice. Ad esempio Amoxicillina EG.

  • Il farmaco generico deve avere un costo minore almeno del 20% rispetto alla specialità corrispondente.
  • Il farmaco generico deve essere la copia bioequivalente di una specialità medicinale regolarmente in commercio.

Bioequivalenza significa che la specialità e il farmaco generico devono avere esattamente lo stesso comportamento, una volta entrati nel nostro organismo, in termini qualitativi e quantitativi.

Quindi il generico non è una sottomarca che costa meno perchè di scarsa qualità. Se infatti ne è stata approvata l’immissione in commercio è stato anche dimostrato che esso ha caratteristiche sovrapponibili al farmaco cosiddetto “di marca”. Il costo minore è dovuto al fatto che le aziende del generico devono recuperare solo i costi di produzione e distribuzione del farmaco in quanto quelli non irrisori della ricerca sono stati sostenuti totalmente dalle Aziende che avevano brevettato il principio attivo.

PRODOTTO NATURALE NON VUOL DIRE PRIVO DI EFFETTI COLLATERALI

La fitoterapia non deve essere considerata come una medicina priva di rischi, solo perchè di origine naturale, infatti, non tutto ciò che è naturale è innocuo.

Le piante medicinali presentano infatti proprietà terapeutiche importanti, ma anche effetti collaterali, controindicazioni e interazioni con altre cure farmacologiche (un esempio è l’interazione del Ginkgo con anticoagulanti, che se somministrati insieme aumentano la fluidità del sangue con maggiore rischio di emorragie).

Prima di assumere un preparato fitoterapico è sempre bene consultare il medico o il farmacista soprattutto se si assumono altri farmaci o si soffre di particolari patologie o allergie.

In linea generale e salvo diversa indicazione medica, l´uso di piante curative è quindi sconsigliato ai bambini piccoli sotto i due anni e alle donne in gravidanza o allattamento.

Le piante medicinali: medicine di una volta

Le piante sono state il primo modo di curare le malattie, i primi farmaci.

Già nella preistoria l’uomo primitivo mangiando bacche o radici scoprì che esse avevano la capacità di curare alcuni disturbi.

Alcune piante sono famose anche grazie a riferimenti mitologici: ad esempio l’achillea prende il suo nome da Achille, il noto protagonista dell’Iliade omerica, che la utilizzava per curare le ferite. È nota infatti la proprietà cicatrizzante di tale pianta.

Tutti possiamo ricordare o farci raccontare da nonni e genitori i vecchi rimedi per la tosse a base di frutta secca o quelli per far addormentare i bambini a base di papavero (la famosa papagna). Infatti fino alla seconda metà dello scorso secolo lo stesso farmacista, su prescrizione medica, mescolava diversi tipi di polveri provenienti dalle piante per preparare tisane, estratti o tinture poichè ancora non erano disponibili le tante “specialità medicinali industriali” che oggi utilizziamo comunemente.

E il valore delle piante medicinali è tutt’ora ampiamente riconosciuto tanto è vero che molti dei farmaci attualmente in uso derivano da esse.

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Salute le piante medicinali sono tutti i vegetali che contengono, in uno o più dei loro organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici cioè per curare le malattie.

Più precisamente la parte della pianta che contiene le sostanze responsabili dell’attività farmacologica, ossia i “principi attivi”, viene definita DROGA. Ovviamente in questo caso il termine droga non ha nulla a che vedere con il fenomeno sociale legato all’abuso di alcune sostanze con effetti allucinogeni o stupefacenti e quindi per scopi non terapeutici.

Spesso nella droga vegetale, insieme al principio attivo, sono presenti altre sostanze, dette coadiuvanti,  che da sole non svolgono nessuna funzione ma che sono indispensabili per l’attività farmacologica della pianta medicinale. L’insieme di sostanze attive e coadiuvanti prende il nome di fitocomplesso.

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